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Faradda di li Candelieri

Da cinque secoli, ogni anno, la Faradda rinnova il voto alla Madonna Assunta. L’origine risale a Pisa, di cui Sassari era colonia. Le prime celebrazioni sono documentate nel XIII secolo con l’offerta dei candeli alla Madonna di mezz’agosto da parte delle corporazioni di mestieri della città. La prima testimonianza documentale è del 1504. Alla tradizionale offerta si è aggiunto il valore più profondo del voto alla Vergine, che con la sua intercessione avrebbe posto fine a un’epidemia di peste. Secondo lo storico sassarese Enrico Costa, l’istituzione della festa con questo significato è del 1528. Dopodiché la celebrazione è rimasta ‘incontaminata’ per cinque secoli, arricchendosi nel corso degli anni di fasto e spirito goliardico. Sono circa una decina i grandi ceri, ciascuno rappresenta un gremio, e quindi una corporazione: autoferrotranvieri, calzolai, contadini, fabbri, falegnami, macellai, massai, muratori, ortolani, piccapietre, sarti e viandanti.

Le grandi colonne di legno sono portate a spalla dai gremianti, accompagnati dal ritmo incalzante di pifferi e tamburi. Il rito si conclude con lo scioglimento del voto dentro Santa Maria di Betlem, dove i gremi fanno girare per tre volte ogni Candeliere in onore della Madonna. Il candeliere è un grande cilindro di legno del peso di circa quattro quintali, formato da tre parti: il piedistallo, basamento quadrangolare nel quale si inseriscono le stanghe che servono a trasportarlo, il fusto cilindrico alto tre metri, su cui è raffigurata l’immagine del santo patrono o della Madonna, e il capitello, a quattro o sei facce, con rappresentazioni di santi protettori e simboli del mestiere. Nel candeliere dei sarti il capitello è un braciere. Sulla sommità, un anello di banderuole di broccato forma una corona. La colonna è ornata con fiori di oleandro e rami di salice, il capitello da ghirlande colorate. Alla sua base si attaccano li vetti, nastri di seta multicolori lunghi quaranta metri. Tenuti per mano dai ragazzi del gremio durante la discesa e tesi a raggiera durante il ballo del cero, creano un affascinante effetto scenico.

Sentita e attesa tutto l’anno, la festa inizia ufficialmente il 5 agosto con la ‘discesa dei piccoli Candelieri’, il 10 tocca ai ‘medi Candelieri’. Il giorno seguente l’arrostita: protagonista uno dei prelibati piatti tipici sassaresi, lo zimino. Il 12 è il turno del concerto per i Candelieri in piazza del Comune. Il 14 è il momento culminante della Faradda: nelle prime ore del mattino, c’è la vestizione dei ceri in casa dell’obriere e nelle sedi dei vari gremi, ciascuna col proprio stendardo (a cui potrai assistere accompagnato da guide). È un momento suggestivo: i gremianti danno al legno un’anima, addobbandolo con cura e devozione. La processione parte al pomeriggio. Lungo il percorso, la folla assiste e partecipa, seguendo il ritmo dei tamburi, l’incrociarsi de li vetti e l’incedere ondeggiante, severo e ‘faticoso’ dei gremianti, in abiti dalle fogge antiche.

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